giovedì 15 gennaio 2015

Il 30 di dicembre mi sono trasferita nella mia terza famiglia. E' stato un cambiamento piuttosto drastico. Jon e Lisa Milligan sono sportivi ai massimi livelli e la loro vita gira intorno al figlio Nathan. Sembra che sappiano tutto quello che gli riguarda, spesso meglio di quanto ne sappia lui. Questa cosa mi innervosisce. Mi risulta difficile conversare con loro per questo motivo. In generale non sono persone molto loquaci. Per carita' sono persone carinissime ed educate -che novità'! benvenuta in canada- ma non particolarmente interessanti. Sono sportivi, atletici, lavoratori, ma il loro orizzonte si chiude qui. Ad essere precisa, coltivano interessi, della serie cinema, musica e affermano di amare viaggiare. Ma non hanno viaggiato molto e le loro conversazioni standard si riducono al quotidiano. Le loro giornate sembrano programmate da tempo e ogni singolo cambiamento viene enfatizzato, accentuato. Forse, e' solo una mia impressione, resa dal fatto che la casa e' assolutamente avvolta nel silenzio. Che per carita', chi non ha bisogno di rilassarsi, dopo scuola, dopo sci, dopo dopo dopo. Ma, ad essere sinceri, sarà perché mi sono appena trasferita ma mi fa sentire abbastanza a disagio. Lo struggimento nel trovare un argomento di conversazione. Che poi, a dirla tutta, sono sempre io che parlo. Sara' anche vero che noi italiani parliamo troppo, ma il canada non si piazza agli ultimi posti per laconicità. Non che Barb e Garry parlassero a ruota libera ma  pensavo fossero loro che non si sforzassero visto la loro deliberata pigrizia, che almeno si rivelava onesta. Comunque non mi tocca particolarmente il problema. Dopo tutto, ci si deve abituare ad un'altra cultura, e quella canadese e' molto riservata. Inoltre sto imparando a prendere le cose relativamente alla leggera, esempio per tutti gli exchange students. Se stessimo qui a riflettere su ogni singola scocciatura non ci godremmo per nulla l'esperienza. Ed e' straordinaria. Più sto qui più' mi rendo conto di quanto intensamente ti influenza il pensiero. Non si tratta di quello che fai, che e' puro caso, ma dell'attitudine, come tutto d'altronde, che va vissuto positivamente. Come situazioni imbarazzanti, che non mai davvero imbarazzanti o bizzarre fino a quando noi non le rendiamo tali. O storie, racconti che fanno ridere in base a come li raccontiamo. La persona in se' rende l'anno magnifico, senza togliere niente agli eventi, le amicizie, le famiglie, le attività.

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