lunedì 25 agosto 2014

viaggio in Canada

Sono in Canada da un giorno e mezzo ma mi sembra da anni. Forse e' colpa del fuso che mi ha reso la giornata di ieri interminabile. Sono partita dall'Italia alle 10 di mattina e sono arrivata in Canada alle 18 dello stesso giorno, il che mi ha piuttosto scombussolato visto che segnavo le 5 di mattina all'ora di cena. Ho preso l'aereo da Venezia e, atterrata a Francoforte, ho aspettato un'ora e mezza prima di prendere il volo per Vancouver. Il viaggio oltreoceano e' durato dieci ore ma ero abbastanza fiduciosa una volta salita in aereo considerando che il mio posto a sedere pareva tutto sommato comodo ed era vicino al finestrino. Questo fino a che una signora losca non mi ha chiesto se potevo gentilmente fare a cambio con lei che voleva sedere vicino a suo figlio. Viaggiando da sola il cambio non mi costava nulla e quindi ho acconsentito, e la tipa, guardandomi come si fosse imbattutta in una santa patrona, mi ha donato le sue cuffie (come se ogni posto a sedere non le avesse!!) e durante il volo mi lanciava ripetutamente sorrisi che sinceramente non sapevo come interpretare. Il mio nuovo posto era al centro dell'aereo nella navata centrale (se cosi si puo' dire) e avevo da una parte un bambino di una nazionalita' improbabile e dall'altra una signora particolarmente grassa. Dato che il volo per il Canada e' molto lungo, ho pensato di interagire con i miei compagni di viaggio e ho cominciato a buttargli la' qualche domanda, cosi' tanto per socializzare. Ma se il bambino sembrava non volerne sapere di dialogare con me e ha trascorso le sue ore guardando un film di seguito all'altro senza una misera pausa  nemmeno per il bagno, la tipa alla mia destra non sapeva l'inglese o il poco che sapeva lo fondeva al tedesco creando delle parole nuove ed ambigue. Inoltre sembrava completamente spaesata e spaurita nonche' sbigottita dall'arroganza delle hostess. Atterrata a Vancouver avevo tre ore di attesa e non dovevo neppure ritirare i bagagli e quindi andavo via tranquilla se non che alla dogana mi hanno avvisato che era necessario recuperare le valigie, reimbarcarle e passare all'ufficio immigrazione perche' il visto non bastava e serviva un permesso di studio. L'attesa dei bagagli mi ha tolto un sacco di tempo ma soprattutto la coda, sia al check-in, sia all'ufficio immigrazione mi ha reso nervosa perche' mancavano solo dieci minuti al volo per Penticton (la mia destinazione finale) ed ero ancora agli arrivi. Fortunatamente la strada per il gate non si e' rivelata troppo lunga e sono riuscita ad arrivare in tempo. Il volo e' durato un'ora circa e in aereo ho conosciuto una donna rotariana, Jackie, che era appena stata in Florida e che faceva parte del mio club a Penticton. Era seduta accanto a me e,quando ha visto che stavo leggendo un libro in italiano, mi ha chiesto se ero io l'exchange student proveniente dall'Italia, e cosi' abbiamo iniziato a parlare. Mi ha descritto Penticton e quali sono le attivita' e gli eventi della zona. Mi ha spiegato che quel giorno era in corso una gara di
triathlon molto importante e che quindi la citta' era piena di gente come mai durante l'anno. Mi ha fatto notare che Penticton si trova in una posizione strategica perche' ha i due laghi che la circondano e quindi e' possibile andare in spiaggia d'estate, uscire con la barca, andare in canoa, pescare ecc ma e' anche nell'Okanagan Valley e quindi in mezzo alle montagne, tanto che se vuoi sciare in mezz'ora sei nell' Apex Mountain Ski Resort. Arrivata a Penticton ho trovato tantissima gente e l'accoglienza e' stata bellissima. C'era la mia prima famiglia(Sandra e Roland), la mia seconda famiglia cioe' Sandy, che e' anche la mia tutor per l'intero anno, la mia terza famiglia, tre exchange student(una canadese appena tornata dalla Turchia, un'italiana e un ragazzo boliviano) e altri membri del mio Rotary club. Sono stati tutti davvero molto gentili e carini, sempre a dire "Thank you" e "Sorry" e io, per fare lo stesso, cercavo e, anzi, sto cercando di essere il piu' sorridente e felice possibile tanto che prima o poi mi verra' una paralisi alla mascella... chissa' come fanno loro a vivere sempre cosi'.

Nessun commento:

Posta un commento